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Se Adamo uscì dal "giardino" in cui Dio lo aveva posto - e quindi non da se stesso vi era andato - come uno "cacciato via", uno sconfitto, che deve ora espiare nella sua esistenza ciò che di male ha fatto, Gesù esce dal "suo" giardino, il Getsemani, come Signore e Re, come colui che "da se stesso" vi entra e per se stesso (cioè per volontà sua propria) ve ne esce, consegnandosi ai suoi nemici liberamente, non nella veste - come Adamo - di chi espia per se stesso, per qualcosa di male che soggettivamente ha compiuto "contro Dio", ma come l'Innocente Espiatore che di sua libera volontà offre a Dio la sua "regalità" come rimedio sacrificale all'economia di peccato, di disobbedienza e di morte ereditata da Adamo come teologica conseguenza della sua cacciata dal giardino genesiaco.